«E anche un altro sogno.» Sebastian esitò, poi lo raccontò. «Una presenza scura, pulsante, che batte come un enorme cuore. Enorme e forte, che fa tump, tump, che si solleva e poi si distende, dentro e fuori. E molto arrabbiata. Che brucia tutto ciò che disapprova in me... cioè la maggior parte di me.»
«Dies Irae» disse padre Faine. «Il Giorno dell'Ira.» Non sembrava sorpreso. Sebastian gliene aveva già parlato.
Sebastian proseguì: «E la sensazione in me che quella cosa sia viva, assolutamente viva. Noi, al confronto... siamo una scintilla di vita in un blocco che non è vivo e che la scintilla fa muovere e parlare e agire. Ma questo essere è del tutto consapevole; non perché veda o senta, è solo consapevole.»
«Paranoia» mormorò il dottor Sign. «La sensazione di essere guardati.»
«Perché era arrabbiato con lei?» chiese Cheryl.
Ci pensò su, poi rispose: «Non ero abbastanza piccolo.»
«Abbastanza piccolo» gli fece eco Bob Lindy disgustato. «Cibo!»
«Aveva ragione» disse Sebastian. «In realtà ero molto più piccolo di quanto mi sembrasse. O di quanto fossi disposto ad ammettere. Mi piaceva pensare di essere più grande, con grandi ambizioni.» Come impadronirsi del cadavere dell'Anarca, pensò ironicamente. E cercare di guadagnare una grossa somma; questo era un esempio perfetto. Non aveva imparato.
«Perché voleva che lei fosse piccolo?» insisté Cheryl.
«Perché era vero. Un fatto. Dovevo affrontare quella realtà.»
«Perché?» domandò Lindy.
[...]
Continuando ancora la discussione teologica, Cheryl Vale disse: «Ancora non capisco perché Dio dovrebbe volere che ci sentiamo insignificanti. Forse non ci vuole bene?»
«State zitti» sibilò il dottor Sign.
«Dobbiamo essere piccoli» disse Sebastian «per poter essere in tanti. Così miliardi e miliardi di creature potranno vivere. Se uno di noi fosse grande, della stessa grandezza di Dio, allora quanti ce ne sarebbero? Secondo me è l'unico modo in cui ogni anima potenziale può...»
«È vivo» annunciò il dottor Sign. Le spalle gli si curvarono visibilmente. «Ha funzionato. Non l'ha ucciso.» Guardò Sebastian, e accennò un sorriso. «Ha vinto la scommessa. Abbiamo un redivivo. E il redivivo è l'Anarca Thomas Peak.»
Philip K. Dick, Counter-clock World (1967)
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