lunedì 30 giugno 2008

Televisione, televisione

"Ma di questo film che gliene importa alla gente comune, semplice, che lavora, a un povero bracciante lucano, a un pastore abruzzese, a una modesta casalinga di treviso, che gliene importa di queste tematiche intellettualistiche, solitarie, masturbatorie?"

Passare a casa di quando in quando è sempre fonte di sorprese e di rivelazioni, ma tante volte si tratta più semplicemente di fatti e cose che ritornano e salutano dicendo "ciao, ti ricordi che ci sono anch'io?".
Da quando sono a Pisa vivo la felicissima situazione idillica di "vita senza TV", e vi assicuro che si sta davvero benissimo (sicuramente più di metà dei miei pochi lettori sanno cosa intendo); la controparte è che si perde circa metà della cultura italiana di oggi. La volta, però, che torno a casa la televisione non manca mai di farsi notare anche in modi alquanto improbabili.
Questo finesettimana nello specifico il suo ingresso è stato questo: Roberto 'il Cumenda' a Limbiate, in uno spettacolo presumibilmente patrocinato dall'assessore Giuseppe Bova delegato a "Manifestazioni, eventi speciali, sviluppo economico". (Non fatemi commentare il file in PowerPoint, e nemmeno l'assessore dal quale sono "politicamente distante", diciamo. Suo figlio era mio compagno alle medie, e ho visto che quest'ultimo si era candidato tempo fa per qualche carica in periodo di elezioni del sindaco. Mi spiace dirlo, ma non l'avrei mai votato anche fosse stato del mio partito.)
Mia madre ha accompagnato la notizia con circa questa frase: "Tu avevi visto un po' il primo Grande Fratello, vero? Be', il primo era una meraviglia in confronto, oggi invece succedono le peggiori schifezze." Non ho voluto approfondire, evitare il GF è da otto anni per me una missione sociale (otto anni? sette? nove? quanto tempo è passato, accidenti?).

Non contenta, poi, la televisione decide di attirare di nuovo l'attenzione con notizie sempre incoraggianti: Giovanni Stella dichiara che La 7 deve colpire anche la casalinga di Voghera1. Bene, bene, facciamoci del male (cit.!).

Mi domando se esista un modo per fermare questo spaventoso circolo vizioso. È facile dire "la TV fa schifo", "i programmi sono pessimi", "Uomini e Donne è da ebeti", ma tante delle persone che lamentano queste cose poi non disdegnano di dare un'occhiata, magari durante l'abbiocco pomeridiano, e alla sera per stanchezza cambiano da Piero Angela a Paolo Bonolis2. Possiamo dire e pensare quello che vogliamo, ma la tv guarda ai fatti. L'Auditel mostra crudamente ciò che davvero interessa alla gente e, direi quasi giustamente, fa adeguare i programmi alla volontà effettiva che si intravede nelle statistiche.

Forse c'è bisogno oggi di una sorta di educazione all'igiene televisiva; come insegniamo ai bambini a mangiare sano, dovremmo insegnargli anche a guardare sano. Viviamo in una società nella quale domanda e offerta si inseguono a velocità supersonica, col risultato che la "massa" si comporta come un bambino viziato e la "produzione" come un adulto sconsiderato. Continuando a chiedere caramelle e continuando a riceverle finiremo ben presto per trovarci con carie mostruose ed una gigantesca indigestione (non è che forse le abbiamo già?).

Per fare un paragone assurdo, immaginatevi una scuola dove le materie si studiano per gradimento. Una catastrofe. Eppure oggi la televisione ha una portata ormai assai superiore della scuola; il rapporto che abbiamo con essa è di gran lunga più regolare, costante, prolungato e soprattutto gradito rispetto a quello con l'istruzione, e con la sua adattabilità ha avuto modo di intrecciarsi indissolubilmente col tessuto della società di oggi.
Probabilmente dovrebbe essere ruolo delle reti pubbliche trattenere la televisione dal baratro in cui stiamo cadendo; ma al momento non sembra proprio che ci sia questa intenzione (Raitre, salvaci tu!).

La prossima volta, quindi, che vi capita di guardare la tv fateci attenzione, ché magari io non vi vedo, ma l'Auditel sì! (Scusate, ma questa battuta la dovevo fare per forza!). E sensibilizzate, sensibilizzate, sensibilizzate, ce n'è davvero bisogno.

"Si guardi Blob, qualche sera" - S. Berlusconi3


1Per chi non fosse familiare con l'espressione "casalinga di Voghera", la wikipedia ha due parole sull'argomento. È stata una grande scoperta.
2Il caro Stefano mi segnalava qualche giorno fa che a "Ciao, Darwin!" di recente un esperto di energia descriveva il nucleare come l'unica risposta agli attuali problemi. La politica oggi vive nei meandri più oscuri della televisione.
3Dedicato a chi come me ha passato il capodanno davanti a Blob. Maledette tonsille!

Anche tre note a piè di post... ma che sto combinando??

5 commenti:

  1. Questa cosa dell'igiene televisiva più o meno la pensavo anche io, 4 giorni fa, davanti a un ventilatore in un ostello di Valencia.

    Parlavo di una ragazza con tutti i buoni motivi per essere un essere umano decente: privilegi (non soldi da buttare via, ma un'educazione di buon livello), buona famiglia, viaggi. Ora questa stessa ragazza ha anche dei genitori che le hanno proibito di guardare la tv.

    Nonostante tutto ciò, le cose che giudica più importanti nella vita sono quel concetto angloamericano di "popolarità", i vestiti alla moda, e un modello femminile alla Sex and the City. Che sarà meglio della casalinga di Voghera, ma a me sembra ancora superficiale.

    To make the long story short, la mia conclusione è stata che vietare la tv è una cazzata. Molto meglio insegnare ai bambini a guardare, fargli vedere tutto, ma spiegando cos'è. Un frutto proibito senza spiegazioni è mille volte più pericoloso quando lo assaggi da solo, senza filtro. Se questo magari non aiuta a eliminare i Reality Show, almeno ci salverà dall'esserne vittime.

    A me a 8 anni facevano vedere Tunnel e Avanzi, e un blob che ai tempi era decisamente pornografico. Programmi probabilmente non adatti a una bambina così piccola. Ma ho capito che era la tv a essere pornografica, non blob. E se avessi voluto vedere Non è la Rai, non me lo avrebbero mai impedito. MA mi avrebbero preso in giro, facendomi capire che roba era davvero, e facendomi capire che non volevo essere quel tipo di essere umano.

    Ah, la concisione..

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  2. Sì sì il divieto è un pessimo sistema educativo... ma educare i genitori pure è una bella sfida! Come si educano gli educatori? Qualche volta, quando vedo certe scene, mi viene da pensare che anche loro qualche parola se la dovrebbero sentir dire. Ma è sempre un circolo vizioso, uno impara a fare il genitore dai propri e si perpetuano metodi sbagliati e inutili.

    Però si può certamente tentare il miglioramento, informando e acculturando le persone. Tanto per cambiare la televisione non aiuta affatto!

    Chiudo dicendo che Blob anche oggi ha delle stagioni di pornografia che vent'anni Ghezzi poteva solo sognare...

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  3. "Per fare un paragone assurdo, immaginatevi una scuola dove le materie si studiano per gradimento. Una catastrofe."

    "Molto meglio insegnare ai bambini a guardare, fargli vedere tutto, ma spiegando cos'è. Un frutto proibito senza spiegazioni è mille volte più pericoloso quando lo assaggi da solo, senza filtro."

    L'idea è una scuola in cui tutte le materie siano come frutti proibiti. Faccende preziosissime di cui pian piano ti si svelano i misteri. I bimbi sono curiosi, a prescindere.
    Tutto sta negli insegnanti. Tutto sta in cosa gli dai da scuriosare.
    La televisione affascina per la sua leggerezza, per la sua aura inerziale: mi siedo, e lei fa tutto. La mia curiosità la guida lei. Mi dice, mi mostra, mi offre.

    Prendi Benigni, Tutto Dante. Lodevole. Son sicura che ora i professori lo fanno vedere in classe. E si sentono a posto.
    Ma vuoi mettere vedere Benigni in televisione, o avere un professore che ti spiega le cose come ("come"=con lo stesso potere calamitante) di Benigni?
    Vuoi mettere il rapporto vivo con la gente, faccia a faccia, condividendo realmente lo stesso spazio e lo stesso tempo, con tutti e cinque i sensi? Solo questo educa. Condividere esperienze con chi ne sa più di te e con altri che ne sanno quanto te. Andare con qualcuno che un po'ti tiene per la maglietta, un po'ti spinge, un po'ti lascia fare (viva Vygotskij e la zona di sviluppo prossimale!).
    Come si educano gli educatori? Con un laboratorio di teatro, uno di collage coi bambini e uno di pedagogia. Non con un altro esame di letteratura italiana e di storia romana.

    Come si educano i genitori?
    Due generazioni cresciute a TV. Cosa vuoi che diano ai propri figli? La stessa cosa che hanno avuto loro: TV. Perchè non sanno altro, nessuno gliel'ha insegnato.
    E allora?
    Boh.
    Cambiare quelle due generazioni non si può. Speriamo nei prossimi figli. Speriamo nei nostri.

    (concisione?!?!? chi ha detto concisione? chi è stato?)

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  4. "prova"? Ma di chi? Anonimo? Ovvero??

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